- Località di partenza | CANZO
- Dislivello compiuto | 1400m
- Altitudine massima raggiungibile | 1373m
- Stagione consigliata | INVERNO
- Tempo di percorrenza | 4h30′
Descrizione itinerario |
Passeggiata a difficoltà e paesaggi molto diversi tra loro.
La prima parte dell’escursione si svolge su strada asfaltata: dal parcheggio delle ferrovie nord di Canzo (395mslm) ci si dirige verso il centro del Paese e poi, un po’ orientandosi da soli un po’ seguendo le eventuali indicazioni, si sale fino a Fonte Gajum (483mslm, 10’). Qui ci si può arrivare anche in auto, nel caso si volessero accorciare distanza e dislivello.
La seconda parte dell’escursione si svolge lungo il Torrente Ravella ed è denominata “Sentiero Spaccasassi” o “Sentiero geologico”. È un tratto molto suggestivo: il torrente in questa stagione è al suo massimo ed è davvero bello lasciarsi accompagnare dal rumore delle sue acque. Si raggiunge, in dolce salita, la spianata del rifugio Terz’Alpe (800mslm, 40’ dalla partenza).
La terza parte dell’escursione si svolge dal Terz’Alpe all’attacco del Corno occidentale: la pendenza si fa più severa ma è ancora certamente alla portata di tutti. Subito dopo il Terz’Alpe si incontra un bivio, dove si tiene la sinistra e si segue per l’attacco della ferrata. Il sentiero sale velocemente e ci porta a una seconda spianata, molto panoramica, proprio sotto il Corno occidentale, con una bella croce in legno (1200mslsm, 1h 10’).
Qui comincia il tratto dell’escursione decisamente più impegnativo dal punto di vista tecnico. Subito dopo la croce, si lascia il sentiero che sulla sinistra e in basso conduce al rifugio SEV per prendere invece quello, comunque segnalato con bolli sui sassi, che risale il Corno occidentale. Ci sono diversi tratti esposti, bisogna usare le mani e avere piede sicuro. La vetta del Corno occidentale si raggiunge con non poca fatica ma con grande soddisfazione, anche alpinistica (1373mslm; h 1’ 50). Da qui si prosegue verso la vetta del Corno centrale: prima si scende, alla sinistra della croce di vetta, un tratto molto tecnico, in cui consiglio di abbassarsi “faccia al monte”, e poi si traversa su sentiero in leggera salita verso il Corno occidentale, senza scendere fino al rifugio SEV. La vetta del Corno occidentale si raggiunge ancora usando le mani ma con difficoltà molto inferiori (1368mslsm; h 2h 10’). Più impegnativa la discesa, che si svolge sul versante opposto a quello di salita,molto ripida e in alcuni tratti attrezzata. Si perdono molti metri e si raggiunge una conca, da cui si devia brevemente per raggiungere senza alcuna difficoltà la vetta del Corno orientale (1232mslsm; 2h 30’). Si torna alla conca.
Qui inizia una lunga discesa che porta prima alla fontana del Foo, poi alla Colma di Ravella (1000mslsm; 2h 45’). Nel dubbio, seguire sempre per Sasso Malascarpa. Alla Colma la discesa finisce e inizia una bella salita in mezzo al bosco verso la vetta del Sasso Malascarpa. La salita è ripida e il fisico sconta anche la fatica accumulata fino a questo punto. La vista dalla vetta spazia sui tre Corni da un lato e sul lago di Lecco dall’altro (1244mslsm; 3h). Sempre in salita, più o meno leggera, si traversa verso il ripetitore del Monte Prasanto (possibile deviare per raggiungere un belvedere, come abbiamo fatto, o la vetta del Monte Rai). Di qui, si scende su strada asfaltata verso il rifugio Marisa Consiglieri (1110mslsm; 3h 25’). Inizia ora l’ultima vera salita della gita verso il Cornizzolo. Più impressionante alla vista che alle gambe, si sale praticamente diritti verso la croce di vetta (1242mslsm; 3h 40’). A questo punto non resta che traversare con saliscendi verso una cima minore (Pesora, 1190; 3h 50’), dove comincia l’ultimo tratto: la discesa verso Canzo.
Questa discesa è molto ripida e aerea all’inizia ma una volta raggiunto il bosco diventa più corribile e il sentiero si allarga. Scorci del Lago di Segrino accompagnano la discesa. Si continua a scendere nel bosco fino a raggiungere il paese e da qui, orientandosi col campanile o semplicemente prendendo ogni strada che scende ulteriormente, si torna al punto di partenza (4h 30’).
Note |
Punti di appoggio
Diversi i rifugi lungo il sentiero: a fonte Gajum (aperto), il Terz’Alpe (aperto), il SEV (chiuso), il Marisa Consigliere (chiuso). Prima della Colma di Ravella, anche una fontana al Foo.
Materiale necessario
Oltre al tradizionale: ramponcini da neve, lampada frontale fino al sorgere del sole.
Note e commenti vari
L’escursione dà grande soddisfazione. Si raggiungono tutte le cime della zona dei Corni (ad eccezione del Moregallo, troppo spostato verso est). Valuto la realizzazione del giro con un passo normale in circa 7 ore (noi ci abbiamo impiegato circa 4h 30’). Eccellente circuito, che si può accorciare di circa tre chilometri – senza perdere nulla dal punto di vista paesaggistico ma rinunciando a un po’ di dislivello – salendo in auto fino a fonte Gajum. Il sentiero geologico (“Spaccasassi”) è davvero molto bello: vale la pena anche come passeggiata a sé, con punto di arrivo al Terz’Alpe. La vista dai Corno è eccezionale.
Mappe: Cartina Kompass 91 – Lago di Como e Lago di Lugano; Lecco – Valle Brembana, 1: 50.000 – Kompass 105
Condizione dei sentieri
I sentieri sono ben tenuti e segnalati. Tuttavia, la presenza di neve in alcuni tratti ha consigliato l’uso di ramponcini da neve. Il tratto tra Sasso Malascarpa e ripetitore al Monte Rai era particolarmente fangoso: terra rossa che, bagnata, si attaccava alle scarpe rendendo la corsa molto più pesante.
Presenza di punti di appoggio durante gran parte dell’escursione.
Eventuali pericoli
I tratti innevati e i tratti esposti: in particolare la salita e la discesa per Corno occidentale e Corno centrale.
A cura di PAOLO BALDUZZI
Tracciato GPS |