LACCA DELLA BOBBIA (Lo3469)

Speleologia
Descrizione itinerario

L’ingresso della Lacca della Bobbia si apre a quota 765 m s.l.m. in prossimità dell’abitato di Barzio. La cavità si comporta da sorgente temporanea ed è in diretta connessione con la sorgente che alimenta una delle principali prese dell’acquedotto locale.
La grotta è nota da sempre ma la sua storia speleologica inizia con le prime esplorazioni a fine anni Settanta; complice un lungo periodo di secca, il primo sifone si prosciuga permettendo l’esplorazione di quasi 150 m di grotta fino ad un secondo sifone, questa volta perenne, dove le esplorazioni si arrestano.
Passano quasi dieci anni prima che si decida di affrontare l’immersione ed è il 1986 quando il Gruppo Speleologico Lecchese riesce nell’impresa, superando anche un terzo e più lungo sifone e raddoppiando la lunghezza complessiva della grotta.
Oltre il passaggio allagato, la grotta cambia morfologia, gli ambienti si fanno grandi, laghetti interni si susseguono a sale e meandri, con bellissime zone concrezionate. Come in passato un nuovo sifone ferma gli esploratori. Anche se inizialmente la distanza dall’ingresso e le difficoltà logistiche sembrano insormontabili tra gli anni 1987-1988 Gigi Casati supera il quarto sifone e arrampica in libera la cascata che si trova appena oltre, fino a raggiungere dopo altre brevi arrampicate un quinto sifone. Per superare il nuovo ostacolo il lecchese Casati si avvale anche della collaborazione di speleosubacquei svizzeri. Il quinto sifone, che con 100 m di lunghezza ed una profondità massima di 25 m è per ora il più lungo e profondo della grotta, viene superato al primo tentativo. Oltre la cavità continua subaerea solo per pochi metri fino a un ennesimo sifone, il sesto.
Il nuovo ostacolo si rivela davvero arduo e due tentativi non bastano per superarlo. L’entusiasmo cala, la grotta respinge gli assalti anche di altri team di speleologi, fino a quando viene praticamente abbandonata. Solo saltuariamente piccoli gruppi di speleosubacquei la visitano nel corso degli anni, senza mai spingersi nelle zone più remote.
Sul finire degli anni ’90 l’amministrazione comunale di Barzio impone un periodo di divieto di accesso alla grotta a causa di un inquinamento da idrocarburi. L’evento, prodotto da una perdita delle cisterne del gasolio della stazione di arrivo degli impianti di risalita, certifica la diretta connessione idrogeologica tra la parte più occidentale dei Piani di Bobbio e la sorgente ma, soprattutto mette in evidenza la vulnerabilità degli acquiferi carsici.
Nel 2009 un piccolo gruppo di speleosubacquei dà il via alla revisione della grotta raggiungendo nuovamente il limite esplorativo e gettando le basi per un nuovo tentativo da parte di Casati. Tentativo che avviene nel Luglio del 2012 e questa volta è coronato dal successo. Casati infatti supera il sesto e si immerge in un settimo sifone che esplora parzialmente.
Allo stato attuale delle conoscenze la Lacca della Bobbia presenta uno sviluppo complessivo che sfiora il chilometro e un dislivello di oltre 65 m.

Autori: Davide Corengia– GRUPPO GROTTE MILANO CAI SEM – Progetto InGrigna!)
Antonio Premazzi – SPELEO CLUB CAI ERBA – Progetto InGrigna!

Note

Nella provincia di Lecco sono presenti diverse grotte sorgenti. Nell’immagine un tratto subacqueo della Lacca della Bobbia (foto Davide Corengia– GRUPPO GROTTE MILANO CAI SEM – Progetto InGrigna!)

Tracciato GPS

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