MEDALE-COLTIGNONE

Itinerari invernali
  • Località di partenza | RANCIO, LECCO
  • Difficoltà percorso | EEA
  • Dislivello compiuto | 1500m
  • Altitudine massima raggiungibile | 1473m
Descrizione itinerario

Dalla superstrada Milano-Lecco (s.s. 46) si prende la vecchia strada per la Valsassina e raggiunto Rancio, all’altezza di un tornante, si prende va Quarto, fino a raggiungere uno spiazzo (fermata dell’autobus). È possibile lasciare l’automobile qui oppure proseguire verso destra, su strada asfaltata in salita, seguendo già le indicazioni per il Medale. Tuttavia, l’accesso a questa strada risulta vietato (c’è una sbarra, che però io ho trovato sempre aperta): quindi chi prosegue con l’auto sappia che lo fa a proprio rischio e pericolo (di multa). Questa strada asfaltata sale ripidamente fino a raggiungere un’altra sbarra, questa volte sempre chiusa: la nostra escursione comincia in realtà oltre la sbarra, visto che con Matteo siamo saliti in moto poco oltre questo punto (490 mslm).
Appena partiti, troviamo subito un’indicazione verso destra per la ferrata degli alpini. La seguiamo e saliamo ripidi nei boschi. Le indicazioni di seguito scarseggiano ma il sentiero è evidente. Nei pochi bivi che si incontrano, tenere sempre la destra, fino a raggiungere l’attacco della ferrata (621 mslm; 15’).
Non sono in grado di descrivere e valutare correttamente la ferrata. Per chi volesse una relazione completa e una valutazione oggettiva, rinvio a questo link. Rimando inoltre alle note per una mia riflessione sulla difficoltà della ferrata. La ferrata si conclude presso un balconcino su Lecco, sovrastato da una croce (1019 mslm; 1h 45’), poco sotto la vetta vera e propria del Medale (dove si trova una piazzetta per atterraggio degli elicotteri).
Da qui si prosegue lungo un sentiero sulla sinistra che aggira la vetta e porta a un bivio, con indicazione per Rancio (ritorno al punto di partenza) e Coltignone (sentiero 59 o sentiero GER). In realtà noi decidiamo di raggiungere questo bivio attraversando la vetta stessa, ma la discesa da lì è poco agevole, quindi sconsiglierei in generale questo avvicinamento. Il sentiero per il Coltignone comincia come falsopiano, attraversando a mezza costa un bel bosco e dirigendosi verso il Coltignone. A un certo punto, in corrispondenza di un canale, il sentiero comincia invece a salire rapidamente, sempre all’interno del bosco, fino a raggiungere con un po’ di fatica una grotta e una madonnina. Qui comincia il tratto attrezzato, breve ma divertente, che permette di alzarsi ulteriormente, e raggiungere l’ultimo tratto del sentiero. Da qui, in poco tempo, si raggiunge la vetta (1473 mslm; 2h 45’).
Dalla cima sembrano partire due sentieri: uno verso destra e uno verso sinistra, senza indicazioni. Noi abbiamo preso quello di sinistra ma sospetto che anche quello di destra poi si riunisca all’altro. In ogni caso, si entra ora nel Parco del Valentino e si cammina all’interno di un bellissimo bosco alberato (ancora un po’ di neve). Si seguono le indicazioni per i Piani dei Resinelli o, quando presenti, quelle per il sentiero Spreafico, il belvedere, Rancio, la Val Verde o il San Martino. Insomma, difficile perdersi in questo tratto del sentiero. Usciti dal bosco, si comincia a scendere, fino a raggiungere il Belvedere e poi si rientra nel bosco. Qui cominciano i problemi. Si abbandona il sentiero principale (un percorso vita) seguendo una indicazione verso sinistra che scende all’interno del bosco. Qui bisognerebbe cercare sugli alberi i simboli “AA” in rosso (evitando le strisce blu e i simboli V): solo che noi ne vediamo giusto un paio e poi li perdiamo. Decidiamo comunque di scendere nel bosco, almeno fino a raggiungere la quota del Forcellino che stiamo cercando. In effetti, la scelta è corretta: proprio a quota 1280 circa raggiungiamo un largo, comodo e piatto sentiero, su cui però non ci sono indicazioni. Non sappiamo se andare a destra o a sinistra e proviamo verso destra. Camminiamo per un po’ e ci tranquillizziamo scoprendo che siamo proprio sul sentiero che cercavamo (il 52). Tuttavia, capiamo che stiamo andando dalla parte sbagliata quando in lontananza vediamo sbucare il grattacielo dei Resinelli. Torniamo indietro, superiamo il punto in cui siamo sbucati dal bosco e proseguiamo diritto, raggiungendo in pochi minuti il famoso Forcellino (1280 mslm; 3h 30’).
Ora possiamo ricominciare a scendere nella Val Verde. Il tratto iniziale della discesa è in cattive, se non pessime, condizioni: sfasciumi, su sentiero molto ripido, e pezzi di rami e alberi in mezzo al sentiero, che costringono spesso a uscire dallo stesso. Impossibile correre; necessario evitare di far rotolare troppi sassi. Finalmente usciamo da questo tratto e imbocchiamo il tratto più bello del sentiero: un attraversamento in discesa verso sinistra di una serie di canali verdi e isolati. Si alterno impegnativi saliscendi ed è in questo tratto che compaiono le catene del sentiero attrezzato Spreafico. Superata quest’ultima difficolta, si raggiungono la chiesetta di San Martino e il rifugio Piazza (767 mslm; 4h 20), dove ci concediamo una sosta e un panino al salame.
Dal rifugio Piazza si riparte verso Rancio, prima salendo leggermente fino a raggiungere la teleferica, poi finalmente in costante discesa, passando attraverso una cappella (S. Maria del Carmine) e un belvedere e notando le indicazioni che verso destra evidenziano i vari percorsi di salita verso il Medale. Ci dividiamo in discesa. Matteo torna verso la sua moto e la sbarra chiusa (al bivio Rancio/Laorca, segnato su un blocco di cemento, lui prende per Laorca), io torno verso l’auto, parcheggiata vicino alla fermata dell’autobus. Avrei potuto prendere anche io per Laorca e poi scendere lungo la strada fatta in salita, ma invece scelgo direzione Rancio e scendo, più per intuito che per sentieri veri e propri, fino a raggiungere una strada asfaltata. Da qui, proseguo verso sinistra e finalmente torno all’auto (385 mslm, 5h).

Punti di appoggio
Il rifugio Piazza, aperto domenica e giovedì.

Materiale necessario
Quello tipico da ferrata: imbrago, set da ferrata, casco, magari un cordino e un rinvio. Anche la lampada frontale nel caso si decida di partire, come noi, prima dell’alba.

A cura di Paolo Balduzzi

Note

Valutazione della ferrata: mi piacciono le ferrate perché permettono anche di arrampicare da soli in sicurezza; tuttavia, proprio questa sicurezza toglie gran parte della difficoltà psicologica dell’arrampicata stessa. Quindi, fosse per me, valuterei le ferrate in maniera diversa dall’approccio tradizionale e in tre soli modi: eccessiva, arrampicabile, tosta. “Eccessiva” significa che ci sono troppe protezioni (scale, staffe, catene, ecc.) che rendono addirittura quasi impossibile arrampicare e tolgono il gusto di farlo; “arrampicabile” significa che chi vuole può salire arrampicando, con maggiore o minore difficoltà a seconda delle proprie capacità, senza toccare le protezioni o solo toccandole minimamente; “tosta”, infine, significa che per lunghi tratti bisogna appendersi alla catena perché l’arrampicata è troppo difficile. Quella del Medale per me è decisamente “arrampicabile” (a titolo di esempio, la Gamma 1 è “eccessiva”; non ho ancora trovato invece una ferrata “tosta”).
Valutazione dei tratti attrezzati (GER e Spreafico): il GER è brevissimo (una decina di metri di catena), lo Spreafico un poco più lungo. In entrambi i casi non considero necessario toccare le catene.
Valutazione complessiva: bel percorso ad anello che permette di unire alpinismo, escursionismo e corsa in montagna. L’ambiente è sufficientemente selvaggio anche se le quote sono modeste. Unica nota stonata le condizioni della parte alta del sentiero 52 (vedi relazione). Siamo saliti credo molto velocemente fino al Coltignone (ferrata in 90′, GER in 60′); abbiamo inoltre corso dal rifugio Piazza in poi: questo per regolarsi sui tempi indicati. Per chi cammina, valuto il tutto fattibile in 7 ore circa.
Sulla traccia GPS allegata: la traccia è stata ripulita dalla deviazione verso i Resinelli che abbiamo intrapreso per sbaglio (vedi relazione), quindi non è la traccia originale.

Condizione dei sentieri
La ferrata al Medale è in ottima condizioni, così come il sentiero di avvicinamento; buone le condizioni del GER; dopo il Coltignone, abbiamo trovato un po’ di neve nei boschi: i sentieri sono comunque segnalati fino all’inizio della variante AA (radi simboli in rosso sugli alberi, vedi le foto): qui il sentiero praticamente sparisce. Una volta raggiunto il sentiero 52, questo è ben segnalato. Tuttavia, il tratto iniziale della discesa dopo il Forcellino è in cattive condizioni: sfasciumi, su sentiero molto ripido, e pezzi di rami e alberi in mezzo al sentiero, che costringono spesso a uscire dallo stesso. Poi di nuovo sentieri in condizioni ottimali.
Nessuna presenza di acqua fino al rifugio Piazza.

Tracciato GPS
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