TOPINO E LE GIOSTRE (Lo5242)

Speleologia
Descrizione itinerario

L’ingresso della grotta Topino e le Giostre, situato sul ripido versante del Releccio nei pressi del Dito di Piancaformia, è stata individuata da speleologi di InGrigna! nell’Agosto del 2004. Per facilitare l’avvicinamento durante le esplorazioni avvenute negli anni successivi sono state stese diverse corde fisse sui traversi esterni.
Lo sviluppo spaziale supera i 3 km e la profondità è di -430 m. A differenza della grande maggioranza delle cavità della Grigna, Topino e le Giostre presenta un andamento complesso e in certe zone quasi labirintico con numerosi rami, spesso caratterizzati da strettoie che rendono la percorrenza particolarmente faticosa.
La prima parte della grotta ha un andamento prevalentemente verticale, con una serie di pozzi intervallati da strettoie che conducono al fondo del Ramo Attivo a circa -150 m di profondità.
Alla profondità di -40 m tuttavia un traverso consente di raggiungere uno stretto meandro, che prosegue con numerosi piccoli salti sino ad un pozzo di 40 m (Maledetto Corvo), dove la grotta si trasforma in una bella forra in discesa, sempre caratterizzata da brevi salti e stretti meandri di collegamento tra i pozzi. Numerose diramazioni si dipartono in questa zona, tra cui il ramo Cutter che è formato da stretti cunicoli freatici che intersecano altri pozzi che ricollegano nella forra sottostante.
A -170 m l’ultimo stretto meandro conduce alla Sala della Tirolese, dalla quale si dipartono due distinte vie, una fossile e una attiva, che si ricollegano attorno a -300 m. A questa profondità gli ambienti tornano particolarmente complessi e caratterizzati da forte circolazione d’aria, segno che la zona rappresenta uno dei nodi cruciali della grotta.
In questo settore confluiscono diversi arrivi, tra cui il principale è la Via dei Traversi, che proviene dal ramo attivo a -170 m. Lungo questa via vi sono diverse diramazioni in discesa che terminano attorno a -350 m. Tutti i rami di questo settore confluiscono in un enorme pozzo di 108 m (pozzo Pepperina), la cui partenza è larga quasi 40 m. Alla base un pozzo di 19 m termina con una frana che costituisce il punto più profondo della grotta.
La forte corrente d’aria che caratterizza gli ambienti superiori al pozzo Pepperina lascia presagire notevoli prosecuzioni allo stato attuale purtroppo non individuate. Visto l’andamento della grotta e la vicinanza al Complesso del Grignone, è probabile l’esistenza di un collegamento tra le cavità. È altresì certo che in Topino e le Giostre confluiscono altre grotte al momento ancora ignote presenti sul tratto a quota altimetrica più elevata della Cresta di Piancaformia.

La grotta si apre con uno stretto ingresso in frana che dà su un saltino di 4m: si giunge in un ambiente più largo, collegato tramite fessura impercorribile alla cavità Probabile P10. Dopo pochi metri si giunge su un pozzo di 7m, seguito da uno di 21m: dalla base di quest’ultimo inizia un meandro che prosegue poi sfondando in un pozzo di 5m, seguito da uno di 7m e uno di 11m. A questo punto inizia un cunicolo che sfocia in un pozzo di 40m terminante su fessura, oltre la quale vi è un pozzo di 45m che chiude in fessura. Alla sommità del pozzo di 7m è collocata una finestra, raggiungibile tramite traverso, che dà accesso ad una stretta condotta forzata, interrotta da una saletta (P3 e R3) e terminante su pozzo di 4m.
La via principale prosegue con un pozzo di 13m, seguito da un altro di 7m Pozzo del Discobolo. Una strettoia verticale che forma un pozzo di 9m conduce ad una saletta (P7+R5) e poi ad un pozzo di 40m. Alla sommità di quest’ultimo inizia il Ramo Cutter, lungo oltre 300m e formato da una serie di stretti cunicoli e pozzi che chiudono diversi anelli con il ramo principale.
Alla base del pozzo di 40m invece inizia una grossa forra con pozzi di 3m, 5m, 5 me 10m. A destra si incontra uno stretto meandro che sfonda in un pozzo di 10m, sul quale si pendola entrando in una finestra. Dopo un pozzo di 7m una successione di brevi salti (P4, P5, P5, R2, P13), seguita da uno stretto meandro, conduce in una saletta (Sala della Tirolese). Qui è stato effettuato un traverso che raggiunge una forra fossile, con notevole circolazione d’aria. Si arriva ad un pozzo di 34m. Gli ambienti diventano decisamente più larghi e vi è una successione di saltini fossili (P3, P3, P3), poi un pozzo di 11m attivo e un’altra successione di salti fossili di 9m, di 8m, di 6m, di 4m, a cui segue un meandro lungo una quindicina di metri che sfocia in un pozzo di 29m. seguito dal Pozzo Pepperina, profondo 108m. La prosecuzione è un pozzo profondo 19m, impostato su frattura, che si apre in mezzo ai blocchi di frana. La zona sottostante è caratterizzata dalla presenza di un’importante faglia che blocca la prosecuzione verso il basso. Appena sopra il Pozzo Pepperina c’è una forra in risalita che è lunga circa 70m; sono presenti alcuni sfondamenti che tuttavia non portano a prosecuzioni.

Autori: Andrea Maconi – GRUPPO GROTTE MILANO CAI SEM – Progetto InGrigna!)
Antonio Premazzi – SPELEO CLUB CAI ERBA – Progetto InGrigna!

Si ringrazia Federazione Speleologica Lombarda per l’utilizzo a titolo gratuito dei dati catastali delle grotte citate nel testo

Note

Foto: traverso alla profondità di -40 m è l’acceso alle parti più profonde e complesse della cavità (foto Andrea Ferrario – GRUPPO GROTTE CAI SARONNO – Progetto InGrigna!)

Tracciato GPS

Ti potrebbero interessare

X